Scuola, odio e Pink Floyd

Ho sempre odiato la scuola. Mi piaceva imparare. Alcune materie le trovavo persino interessanti. Ciò che non sopportavo era svegliarmi alle 07:00, prendere i mezzi pubblici e parcheggiarmi per sei ore su una sedia in mezzo ad altri 22 ragazzi. Non mi sono mai sentito a mio agio nei luoghi sovraffollati e alcune persone, soprattutto gli insegnanti, non facevano che rinfacciarmelo. “Perché non parli mai?” “Sei muto?” E, spesso, queste considerazioni da premio Nobel provocavano più di una risata tra i miei compagni di classe. Dicono che la scuola ti prepari alla vita e non potrei essere più d’accordo.

La scuola ti prepara a passare il resto della tua vita a svegliarti presto, a incurvati le spalle su una metro, a passare le giornate con persone che preferiresti evitare, ad ascoltare i tuoi superiori (insegnanti, capi: fa lo stesso) a dirti cosa fare con un vago cenno di frustrazione nelle loro voci perché anche loro non vorrebbero essere in quel posto.

Forse la faccio un po’ tragica. Non tutti gli insegnanti erano così male e non tutti godevano nell’asserire autorità a dei ragazzini con rimarchi più che discutibili. La maggior parte . Credevo di essere l’unico ad aver avuto un’esperienza orribile al liceo ma sta di fatto che non è così. Con chiunque abbia avuto modo di parlare, la scuola – soprattutto il liceo – è stato percepito come un periodo se non orribile, perlomeno negativo. Ma, come direbbe il professor Oak in Pokémon, non è questo il luogo o il momento per muovere una critica al sistema scolastico. La scuola è essenziale per la crescita mentale di un individuo. Letteratura, matematica, arti, scienze: tutto è fondamentale. Ma la scuola raramente si basa sull’apprendimento delle materie, basandosi di più su una burocrazia infondata e insensata che non porta a risultati tangibili.  

low angle photo of two men fighting in boxing ring
Come avveniva il confronto con il mio professore nella mia testa. Montante e gancio sinistro. Una delle mie combinazioni preferite.

Si sta avvicinando la mia stagione preferita, l’autunno. Già oggi ho visto un bambino insieme alla mamma che comprava un quaderno a righe e un compasso. Ciò mi ha fatto tornare alla mente ricordi che avrei preferito dimenticare. Ore e ore della mia vita a sentirmi inadeguato e depresso in un’aula anonima di provincia. L’unica cosa positiva di quel periodo era la mia ragazza e Il Trono di Spade. A pensarci bene, forse, la colpa non è del sistema scolastico ma solo mia. Se avessi avuto una bella esperienza le mie parole sarebbero ben diverse.

Eppure, sono grato di non essere più uno di quei bambini costretti a varcare le porte di un liceo. E sono ancora più grato di non essere uno che varca le porte di un ufficio. Ogni volta che entravo in quei posti mi sentivo un animale pronto per essere macellato. Forse anche i Pink Floyd si sono sentiti così. Quel video è stata un’esperienza catartica.

Don’t be another brick in the wall…

Io lo sono stato per troppo tempo. Mi ricordo ancora quando mio padre mi diceva: “Adesso odi la scuola ma da grande ti mancherà tutta questa spensieratezza e vorrai tornare indietro per rivivere questi meravigliosi anni!”

Preferirei un avvelenamento da cianuro piuttosto che rivivere quegli anni. Ho ventiquattro anni, un pelo grigio nella mia barba da tre giorni, lavoro da remoto, ho quattro paia di jeans e vivo in una casa in affitto lontano dal posto in cui sono nato. Non è molto ma in confronto a quell’obbrobrio della mia vita a sedici anni mi sento Elon Musk. E, cosa più importate, ho un obiettivo, un sogno e qualcosa di tangibile a cui aggrapparmi. Quella scuola non è stato altro che un inferno per me. Credevo di averla lasciata una volta per tutte dopo un ricco 95/100 alla fine degli esami. Ma le cicatrici sono ancora qui dentro di me. A volte odio me stesso per lasciare che il passato mi influenzi ancora. Ho una lunga strada di fronte a me ma sono fiducioso.

Sono grato di ciò che mi è successo. Le esperienze negative possono essere tanto utili, se non più utili, di quelle positive. I rimpianti sono per i perdenti. Ciò che è accaduto è accaduto. Tanto vale imparare la lezione e andare avanti. Non si può cambiare il passato, ma si può agire nel presente e cambiare il futuro. Questo è già qualcosa.

Buona fortuna per chiunque sia ancora alle prese con le mirabolanti avventure nel sistema scolastico.

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