The promised neverland- nanananananana

Questo anime mi è stato raccomandato da un amico (e con ‘amico’ intendo una persona anonima in un forum in cui non sono neanche iscritto) che definiva questo anime come il nuovo Death Note. Dopo aver visto tutte e dodici gli episodi in una notte, posso confermare che non è affatto vero. Si… ci sono dei giochi mentali. Si… i protagonisti non sono maggiorenni e sono dei geni (come nel novanta percento degli anime). Non che abbia troppo in comune con Death Note eccetto, forse, la qualità della scrittura.

Tipici eroi di un anime: poco più alti di un metro, minorenni e geni psicopatici

La premessa dell’anime è fantastica: ci troviamo in un allegro orfanotrofio dove bambini dai primi mesi fino a dodici anni convivono pacificamente. L’atmosfera è idilliaca: tutti sono amici di tutti, la loro educazione si svolge nelle mura dell’orfanotrofio e i bambini hanno tanto libero per giocare all’aperto e per fare amicizia. Sono cresciuti da ‘Mamma’, una tutrice fantastica che pensa solo al benessere dei bambini. In questo scenario, conosciamo i tre bambini più grandi: Norman, Emma (si… è una ragazza, quella al centro) e Ray. I tre spiccano subito nella folla dei bambini per via delle loro personalità e abilità:

-Norman è un bambino prodigio che riesce a risolvere ogni genere di enigma. Dallo spiccato quoziente intellettivo e dal carattere pacato, Norman è il genere di bambino a cui non sfugge nulla. Il suo fisico gracile, tuttavia, gli impedisce di essere riconosciuto come atleta.

-Emma, oltre ad essere una versione femminile di Melodias, ha una personalità estroversa ed esuberante. Ottime doti intellettive e atletiche. Il suo principale difetto è quello di essere troppo ingenua.

-Ray, lo stratega che assomiglia vagamente a Sasuke. Ray potrebbe essere considerato come un mix tra Emma e Norman: un piccolo genio con una grande resistenza al lavoro fisico. Bravo negli scacchi, e nella costruzione di nuovi oggetti Ray è probabilmente il più attivo dei tre.

Uniti da una grande amicizia, i tre sono quasi sempre insieme. Un giorno molto triste per l’orfanotrofio Grace Field: Connie, una bambina di sei anni, deve lasciare la casa. Finalmente è stata adottata. Quando ‘Mamma’ accompagna Connie al cancello dell’orfanotrofio, Emma e Norman si accorgono con errore che Emma ha dimenticato ‘Little Bunny’ (il suo giocattolo preferito) all’interno dell’orfanotrofio. Emma e Norman corrono per consegnare Little Bunny a Connie. Varcano il cancello e trovano un furgone. Confusi, i due cercano Connie per consegnare Little Bunny. Incuriositi dal furgone, i due guardano dentro solo per trovare il cadavere di Connie.

Beh… non è più così importante consegnarle ‘Little Bunny’, no? Emma e Norman si nascondono sotto il furgone quando sentono dei rumori sinistri. Vedono la loro ‘mamma’ parlare con dei mostri (che i bambini chiameranno demoni). Capiscono che l’orfanotrofio è una copertura: ‘mamma’ ha il solo compito di allevare i bambini per darli in pasto ai mostri. Emma e Norman scappano senza essere visti ma lasciano ‘Little Bunny’ dietro di loro. Adesso ‘Mamma’ sa che qualcuno dei bambini dell’orfanotrofio (o per meglio dire dell’allevamento) sa del segreto ma non sa di chi si tratta. I bambini, d’altro canto, decidono di non divulgare l’informazione a tutti: d’altronde ‘Mamma’ è molto amata e non tutti crederebbero a questo scioccante plot-twist. Norman ed Emma rivelano il segreto a Rey e, insieme, troveranno un modo per scappare senza però rivelare a ‘Mamma’ che loro sanno di essere semplice mangime. Molti giochi mentali (da qui posso capire il paragone con Death Note) e molta ansia in un anime che mischia generi diversi tra cui: horror, distopia, mistero, fantasy e gore. Molte domande. Ottima prima stagione.

Sto leggendo il seguito del manga (sono arrivato alla fine dell’arco dedicato a Goldy Pound) e non delude minimamente. Assolutamente consigliato.