Record of Ragnarok, gerarchia sociale e successo

È ormai da tempo che penso all’idea di gerarchia sociale e di quanto quest’ultima sia importante per il benessere fisico e spirituale. Cos’è la gerarchia sociale? Occupare un determinato posto in un gruppo sociale o in una semplice interazione. Mi spiego meglio: di solito chi è ricco o ha un buon lavoro è estremamente popolare e occupa una scala di rilievo nella gerarchia sociale. Questo è fondamentale per diversi motivi:

  • Chi è ben visto e chi occupa una posizione di potere ha una qualità della vita estremamente superiore in termini di casa, ricchezza, scelta del partner e sopravvivenza dei propri geni.
  • Chi è benestante ha una aspettativa di vita migliore e più lunga. Come dice il detto: ‘Quando l’aristocrazia prende un raffreddore, la classe operaia muore.’
  • Occupare una posizione migliore nella società porta a un’educazione migliore (licei privati, università, tutor) , la quale porta a occasioni lavorative migliori, le quali portano a una vita migliore.

La vita di un impiegato di una azienda minore, di un senza tetto e di una rockstar di fama internazionale sono completamente diverse. Percepire gli altri in base al loro ‘status’ fa parte della natura umana e non ha nulla a che fare con forme di governo o società.

Il buon Jordan Peterson (di cui ho parlato spesso in precedenza) accomuna l’essere umano con l’aragosta. Nonostante questi esseri possano sembrano cosi diversi l’uno dall’altro… hanno diversi punti in comune. Entrambi lottano per la sopravvivenza e la loro società è divisa in vincitori e vinti.

Quando due aragoste si combattono per il territorio, l’aragosta vincente occupa il posto desiderato. Ha una fissa dimora e ha accesso alle signore aragoste.

L’aragosta vincente ha una scarica di endorfina e serotonina che le fa credere di occupare un posto di rilievo nella ‘società’ delle aragoste.

L’aragosta perdente, al contrario, non produce endorfina e serotonina (indispensabili per il benessere fisico e psicologico): non ha un posto dove vivere, è stata dominata e deve convivere con l’umiliazione della sconfitta. L’aragosta perdente è dominata non solo nel corpo ma anche nella mente: ciò la porterà a perdere anche la prossima volta.

Questo è uno dei drammi della specie animale. Chi più ottiene più otterrà. Chi più perde più perderà. Le aragoste vincenti oseranno sempre di più ed espanderanno il loro territorio. Hanno già vinto in passato e ciò fa loro credere che vinceranno in futuro. Le aragoste perdenti occuperanno il fondo della gerarchia sociale considerato che hanno perso in passato e probabilmente perderanno in futuro: si faranno più piccole, meno aggressive e più propense a scappare e a non avere una dimora fissa.

L’essere umano è simile. Chi più vince, chi più osa, più vincerà. Chi più perde, più perderà. Questo è uno dei motivi per cui, per esempio, chi è stato vittima di bullismo al liceo lo sarà anche nella vita adulta mentre i bulli avranno la confidenza necessaria per combattere nella vita di tutti i giorni e vincere.

Ma… la buona notizia è che gli esseri umani non sono aragoste. La situazione si può benissimo ribaltare. Da un punto A si può benissimo arrivare a un punto B e non importa quante sconfitte si hanno all’attivo. E chi prende posizione, chi sceglie di reagire avrà sempre di più. Questo mi porta a Record of Ragnarok.

Di cosa parla in breve: gli dei di tutte le religioni (Zeus, Shiva, Ares, Thor…) hanno deciso di estinguere la razza umana. Una valchiria si oppone alla decisione degli dei e proponi tredici scontri: gli umani più forti contro gli dei più forti. Chiunque vinca sette scontri per primo sarà dichiarato vincitore. Se gli umani vincono, l’umanità potrà vivere per altri 1000 anni. Se gli dei vincono, l’umanità verrà estinta per sempre. C’è solo un problema: gli dei sono troppo potenti. Gli umani non possono nulla contro di loro. Il creato non può distruggere il creatore. Giusto? Giusto?

Forse. Il fatto è che gli umani non vogliono morire e il loro senso di sopravvivenza li porterà a battersi contro lo stesso concetto di Dio. Uno degli scontri che ho adorato di più è stato il terzo: Kojiro Sasaki contro Poseidone.

SPOILER PESANTI

OK.

Kojiro Sasaki (realmente esistito tra l’altro) è conosciuto da tutti per essere stato ucciso da Musashi Miyamoto, il più grande spadaccino della storia.

Che speranza ha Kojiro di uccidere Poseidone, uno degli dei più forti della mitologia greca? Quasi nessuna. Kojiro ha perso per quasi tutta la sua vita. Ha passato decine di anni ad allenarsi e a battersi con persone più forti di lui e ne è sempre uscito perdente. Ha passato notti insonni a elaborare tattiche e a maledirsi per non essere bravo abbastanza ma non ha mai abbandonato la ‘via della spada’ (o via della solitudine come la chiamerebbe Miyamoto). Non ha mai smesso di allenarsi neanche da morto. Ogni suo singolo fallimento lo ha portato nella sua battaglia senza speranza contro Poseidone. Gli umani che hanno combattuto prima di lui (Adamo e Feng Xian) sono morti. Se non ce l’hanno fatto loro lui non dovrebbe avere nessuna possibilità. Eppure… Kojiro ha vinto. La voglia di vincere e il suo desiderio di rivalsa per una vita passata a perdere lo hanno portato a uccidere un dio come Poseidone. Prima vittoria per l’umanità.

Il desiderio di vittoria è dentro ogni essere umano. I traumi del passato sono orribili e non sempre capita ciò che si merita. L’importante è andare avanti un passo alla volta. Con costanza, lentezza, caparbietà e intelligenza è possibile fare di tutto… anche uccidere un dio.