Saluti, Strugglers!
Ecco qui un personalissimo aneddoto su The Art of War (l’arte della guerra) di Sun Tzu. Un paio di settimane fa stavo aspettando l’aereo per tornare in Italia quando, sul sedile accanto al mio, trovo un libricino completamente nero rilegato in una copertina rigida. Sembrava non ci fosse un titolo. Come ogni persona sana di mente ho esclamato con sorpresa: “Il DEATH NOTE! I miei problemi sono finiti!”

Non era il Death Note. Era un libro scritto da un generale militare cinese del -2000000 A.C. L’arte della guerra. L’introduzione è di un certo James Chan, un tizio che è il presidente di marketing di una qualche associazione di compra-vendita. Qui la mia prima domanda:
Che senso ha leggere un libro di strategia militare antica al giorno d’oggi?
Qui le mie prime risposte:
La vita degli affari, la scalata al successo (qualsiasi cosa si intenda per successo), la vittoria personale è una grande guerra che viene combattuta dall’alba dell’umanità. Il campo di battaglia di oggi potrebbe essere un ufficio così come nel mondo degli affari. Per conoscere la vittoria (scusa Baki) bisogna giocare d’astuzia.
L’arte della guerra è un manuale di auto-miglioramento che in più di mille anni ha aiutato (aiuta e aiuterà) milioni di leader a raggiungere i propri obiettivi. In sintesi, il libro indica che la vittoria è il fine ultimo della guerra. Il generale capace vince evitando il conflitto. Bisogna conoscere il nemico tanto quanto se stessi.
Ora: il libro è una straordinaria collezioni di aforismi utili e meravigliosi… varrebbe la pena di leggerlo solo per frasi come:
“Veloce come il vento, lento come una foresta, assali e devasta come il fuoco, sii immobile come una montagna, misterioso come lo yin, rapido come il tuono.”
“Se sei capace, fingi incapacità; se sei attivo, fingi inattività.”
E, infine, la mia preferita di Sun Tzu:
“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.”
Conoscere se stessi: questo mi sembra la cosa più difficile da mettere in praticare. Conoscere se stessi significa possedere un grado di onestà che in pochi potrebbero raggiungere.
Conoscere se stessi significa accettare i propri limiti, le proprie paure, i propri punti deboli… e rifletterli alla luce dei nostri obiettivi, sogni e avversari che vogliamo vincere. Capire quando iniziare una battaglia e quando evitarla è una abilità che si affina con il tempo o con la saggezza. Ho sin troppa quantità del primo fattore e assai poca del secondo fattore.
Grazie all’arte della guerra, le ore che mi separavano dall’Italia sono passate veloci… e ho avuto l’occasione di riflettere su quanto io sia lontano dal mio sogno.
Una lettura che (nel bene o nel male) consiglio a chiunque.
Alla prossima, Strugglers!