Start again (Trump: the art of the deal)

Ieri ho viaggiato per la prima volta in pullman. La tratta era Roma-Milano e ci ho messo poco meno di dieci ore. Per chiunque voglia risparmiare e soprattutto per chi ha tempo da perdere consiglio caldamente una tratta in pullman. Il biglietto l’ho pagato ventinove euro e ho scelto la prima classe (non che abbia capito che differenza ci sia con la seconda.)

Ho prenotato un ostello per ventidue notti con l’idea in testa di fare qualcosa della mia vita. Forse la lettura di American Psycho, la biografia di Donald Trump e la serie tv dedicata a quest’ultimo mi hanno dato la spinta che avevo bisogno per ‘costruire’ qualcosa (qualsiasi cosa possa significare). Ho preso Trump: the art of the deal per farmi compagnia nell’interminabile viaggio sull’autobus.

Il libro inizia con una settimana tipo all’ufficio di Trump prima che diventasse presidente degli Stati Uniti.

La sua routine è composta essenzialmente da telefonate alle persone giuste, allo studio dell’economia e dei futuri affari e dalla creazione di network per creare nuovi legami e amicizie.

Donald Trump si sveglia ogni mattina alle 6 e passa una o due ore a leggere il giornale. Alle nove si reca nel suo ufficio. Non c’è giorno in cui Trump non faccia meno di 50 telefonate (che aumentano di numero fino ad arrivare a 100). In più è impegnato all’incirca in dodici riunioni nell’arco di una giornata. Alle sei e mezza del pomeriggio lascia l’ufficio per andare a casa ma continua a fare telefonate fino a mezzanotte.

Questo era prima della sua presidenza ma dopo aver ottenuto la sua immensa ricchezza.

Come lui stesso ammette, non lo fa perché ha bisogno di soldi ma perché è nella sua natura quella di aggiudicarsi il migliore affare. I soldi sono solo uno strumento con cui tenere il ‘punteggio’ ma al di là di essi c’è ben altro: l’adrenalina che si ha nel buttarsi in un progetto nuovo, la consapevolezza che nessun investimento è sicuro e la voglia di prevalere sui competitori.

Trump descrive la sua infanzia e di come sin da bambino ha avuto un carattere aggressivo e dominante. Al liceo, ad esempio, il piccolo Donald diede un pugno a un insegnate di musica poiché non credeva che sapesse nulla della sua materia. A Donald piaceva testare i limiti delle persone e a far valere le sue opinioni. Una grande influenza sul suo carattere competitivo e fortemente ambizioso è sicuramente suo padre, Fred Trump, un investitore immobiliare affermato e di successo con numerose proprietà a New York.

Donald offre molteplici consigli agli aspiranti imprenditori attingendo dalla storia dei suoi primi grandi affari (come la ricostruzione del Commodore Hotel e il grande affare sul Boardwalk di Atlantic City). La storia di Trump è come una meravigliosa favola che dipinge il vecchio concetto del sogno americano.

The art of the deal’ è una interessante chiave di lettura sul modo di pensare di Donald Trump, una delle personalità (per quanto discusse) più influenti e di successo di questo secolo e di quello scorso. Consigliato a chiunque abbia abbia bisogno di motivazione. Sicuramente io ne avevo bisogno.

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