Ho giocato a Bloodborne prima di vendere definitivamente la mia playstation 4. Non ricordo neanche perché l’ho venduta. Forse volevo avere più tempo per dedicare alla produttività e ai miei progetti. Mi piacerebbe dire che è andata così… ma così non è stato. Non era un gioco a cui fossi particolarmente interessato ma ne ho sentito parlare bene e così l’ho installato (all’epoca era gratuito se abbonato al servizio playstation plus). Non avevo idea a cosa sarei andato incontro.

Per prima cosa, come oggi gioco di ruolo che si rispetti, il giocatore deve scegliere la ‘classe’ a cui il suo personaggio appartiene. Alcune classi donano al giocatore statistiche differenti. Ad esempio:
- la classe ‘passato violento’ aumenta i parametri di attacco, forza, resistenza. Parti da livello 10. Descrizione: ‘Le imprudenze passate ti hanno reso più forte.’
- la classe ‘nobili origini’ aumenta i parametri di arcano e di echi del sangue (oggetti che rilasciano i nemici uccisi con cui puoi comprare armi, oggetti e abilità). Parti da livello 10. Descrizione: ‘Discendi da un’antica famiglia e confidi delle tue origini.’
- la classe ‘spreco d’ossigeno’ ha tutti i valori ridotti al minimo indispensabile. Parti da livello 4. Descrizione: ‘Non hai alcun talento. La tua nascita è stata vana’.
Leggere la classe ‘spreco d’ossigeno’ mi ha strappato qualche risata. L’avevo scartata a prescindere dato che Bloodborne ha la fama di essere un gioco difficile. Poi ci ho ripensato. Mi sembrava molto bella la decisione di iniziare la mia avventura con uno zero assoluto e portarlo alla gloria. Così sono diventato uno ‘spreco di ossigeno’. E sono rimasto nell’area di Yarhnam centrale (la prima area di gioco) per circa tre ore.
Tre ore per completare un tutorial e uccidere il primo boss (Cleric Beast) che era del tutto opzionale. Ho avuto la forte tentazione di rinunciare completamente a questo gioco più di una volta. Ero frustato, arrabbiato, deluso e annoiato. Davo la colpa al gioco che la mia esperienza fosse cosi orribile. Qualcosa, però, mi ha fermato. È stata una epifania. La colpa non era del gioco. La colpa era mia: ero una sega. Un titolo come Bloodborne ti da tutti gli strumenti per vincere e per passare al ‘livello successivo’: chiunque può farlo. Se non ce la fai basta ritentare. Una volta. Due volte. Dieci volte. Venti volte. Morirai. Tante. Tante volte. La scritta ‘you died’ comparirà nei tuoi sogni.

Ma la scritta è solo una scritta. Non muori per davvero. Ogni volta rinasci nel sogno del cacciatore. La notte è ancora lunga ed è nella natura del cacciatore quella di cacciare. Perciò ci riprovi. Uccidi più nemici, collezioni più ‘echi del sangue’, fai l’upgrade del tuo armamento e ritenti. Non sei più quello di prima. Sei più saggio, più forte e più competente e usi la frustrazione di ogni singolo fallimento per avvicinarti alla vittoria. Questo gioco è stato una rivelazione: vieni trasferito a forza in un incubo (la trama è criptica) e sai solo che devi cacciare dei mostri che hanno perso il raziocinio in questa notte maledetta. Nel corso del gioco (i più attenti) sapranno mettere al proprio posto i tasselli che compongono la trama di Bloodborne ma per farlo bisogna sopravvivere. Il cacciatore dovrà proseguire il suo viaggio interminabile nell’abisso se vuole vedere la luce. Non è difficile capire come Miyazaki (il creatore di questo gioco e presidente di FromSoftware) abbia preso spunto da un’opera come Berserk (e infinite altre fonti tra cui i racconti di H.P. Lovecraft): sei in un oscuro tunnel. Arrendersi non è un opzione e devi trovare il tuo lieto fine. Da solo.

Un elemento del gioco che mi ha riscaldato il cuore: i messaggi degli altri giocatori. Scegliendo la versione ‘online’ è possibile trovare piccoli messaggi che i giocatori più esperti hanno lasciato nel corso della loro avventura. Bloodborne è un gioco infido e pieno di trappole e imboscate mirate a snervare la salute mentale del giocatore. A volte, se si è fortunati, è possibile leggere alcuni messaggi che avvertono del pericolo: ‘Attenzione. Trappola più avanti,’ per esempio. Alcuni messaggi sono d’incoraggiamento. Poco prima di entrare in una boss battle per l’ennesima volta alcuni messaggi incoraggiano il giocatore: ‘Non arrenderti!’ dicono alcuni; ‘Stai attento,’ dicono altri. A volte, in uno scorcio panoramico particolarmente suggestivo come questo, alcuni giocatori potrebbero aver lasciato un messaggio con su scritto: ‘meravigliosa luna’.

Il semplice fatto che io abbia ammirato la stessa fantastica luna piena in un luogo tanto orribile quanto affascinante come quello proposto da Bloodborne e un giocatore (prima di me) abbia fatto lo stesso mi riempie il cuore di serenità senza neanche capirne a pieno il perché.
Bloodborne è un gioco fantastico che, a mio avviso, può far diventare tutti più resilienti e grati della propria vita. Finire questo gioco come ‘spreco di ossigeno’ mi rende (per quanto strano possa ammetterlo) davvero orgoglioso.
‘Queste note ti sono state utili, Cacciatore?’
Peccato che tu l’abbia venduta, potevi provare a streammare su Twitch. Adesso va molto di moda streammare. Nessuno te l’aveva detto?
Ci avevo pensato ma di sicuro ci saranno altre occasioni 🙂 Hai qualche esperienza su Twitch?
Io sono iscritta, ma non streammo, io guardo gli altri streammare. Se ti apri un canale posso venire a guardarti ma non seguo i videogiochi di solito, io seguo cose sul giappone, canali in inglese su arte e altro.