Stavo rileggendo il volume 14 di Berserk per l’ennesima volta. Guts e Caska sono sopravvissuti all’Eclissi ed entrambi sono stati segnati dal marchio del sacrificio che li renderà preda dei demoni e degli incubus notturni. Ormai i due fanno parte di entrambi i mondi: quello terrestre e quello divino. Non saranno mai più gli stessi. Caska ha perso la sua sanità mentale e non può più parlare o pensare con razionalità. Guts è alimentato dall’odio e dalla rabbia verso Griffith e il suo passato; quelle stesse emozioni lo portano a sopravvivere e a cercare vendetta contro lo stesso concetto di Dio. Guts è potente ma è pur sempre un umano. Il suo obiettivo è far sanguinare la mano di Dio. Non si sarà scelto, forse, un nemico troppo forte?
C’è qualcosa di davvero triste e d’ispirazione nel suo viaggio verso la vendetta. Un uomo diverso sarebbe impazzito ma lui affronta a testa alta ogni sfida per uscirne ogni volta, se non vincente, vivo. Non può dimenticare ciò che gli è stato fatto e non può rimanere insieme a Caska cercando di costruire una vita completamente nuova. Il suo dolore e quello dei morti (simbolizzato dai demoni incubus) non lo fa dormire ed è costretto a menare fendenti dalla mattina alla sera solo per avere il diritto di respirare. Nel suo percorso verso la vendetta, Guts sta perdendo poco a poco la sua umanità… il che ha senso: per uccidere l’essenza stessa del male e nuotare contro la corrente della casualità, Guts deve diventare ciò che più odia.

Ho riflettuto a lungo se la missione di Guts abbia senso o meno. Griffith, in fin dei conti, è rimasto fedele al suo sogno e alla sua visione quando ha scelto di sacrificare la squadra dei falchi. Ogni membro della squadra era consapevole di essere uno strumento di Griffith. Erano suoi soldati, compagni e amici. Tuttavia, molti di loro sono morti nel corso delle battaglie nel nome di Griffith. Erano consapevoli a cosa sarebbero andati incontro. Lo stesso Guts assume un atteggiamento fortemente stoico nel corso delle battaglie della Golden Age.
Griffith o Guts? Una chiave di lettura di Berserk
‘Se moriremo… allora moriremo. I campi di battaglia sono così.’
La squadra dei falchi è consapevole di rischiare la vita per il sogno di Griffith. Erano materiale da sacrificio ben prima dell’Eclissi. Che differenza c’è tra morire per Griffith in un campo di battaglia o come sacrificio per la Mano di Dio? I soldati non sapevano di essere già in pericolo per il solo fatto di essere sottoposti di Griffith?
Ha un senso per Guts cercare vendetta quando lui stesso abbandonò la squadra dei Falchi per inseguire il suo sogno ed essere il pari di Griffith? Ha senso per Guts cercare vendetta quando ha abbandonato Caska e Rickert per la sua missione senza speranza?
Forse la missione di Guts non solo è senza speranza ma anche senza senso.
Mi è difficile rispondere a queste domande. Da un punto di vista razionale sono propenso a simpatizzare per Griffith. Da un punto di vista emotivo sono propenso a simpatizzare per Guts.
Griffith è un chiaro esempio di una persona ambiziosa che farebbe di tutto per raggiungere il suo obiettivo e che conosce se stessa. Guts non ha una profonda conoscenza di se stesso: da quando è bambino è costretto a vivere per la via della spada. Forse il sogno e l’essenza di Guts è solo quello di combattere per sopravvivere. La squadra dei falchi è stato il suo primo vero contatto umano positivo. La sua privazione è stato un duro colpo alla sua psiche. La vendetta sembra sia l’unica strada per riacquistare la sanità mentale ma così facendo sta già incrinando i rapporti con Caska.
Qualsiasi sia la risposta, credo che Guts sia un esempio da seguire. Rappresenta la resilienza umana esattamente come Griffith rappresenta l’ambizione. Molto spesso, questi elementi, sono carenti in ciascuno di noi. Il suo viaggio può essere paragonato alla vita di ciascuno di noi.
Non so se Berserk verrà mai completato (spero di no) ma non posso fare a meno di sentirmi fortunato ad essere nato nella stessa epoca in cui è stato pubblicato Berserk. A volte mi sento come Guts. A volte mi sento come Griffith. Nonostante sia difficile capire chi sia nel giusto o chi sia nel torto… questi uomini sono entrambi eccezionali.

Non sarebbe un cattiva idea aspirare ad essere una via di mezzo tra questi due che hanno il coraggio di nuotare contro la corrente del destino e della casualità.