Era da tempo che non scrivevo qualcosa del genere. Stavo rileggendo Berserk per la nona volta e mi sono soffermato sul capitolo in cui Guts comincia ad allenarsi dopo aver lasciato la banda dei Falchi. Guts ha abbandonato Griffith per seguire il suo sogno e sentirsi alla pari del suo comandante. Dopo aver intrapreso la via della solitudine, Guts comincia ad allenarsi senza sosta per inseguire un sogno che lo possa mettere nello stesso piano esistenziale di Griffith. In più, il ricordo di Zodd l’immortale lo perseguita ancora. Si è battuto contro una divinità e, per la prima volta, si rende conto che se vuole sopravvivere deve rinunciare a parte della sua umanità nel processo. La sopravvivenza del corpo e dello spirito necessita della morte (anche metaforica) dei suoi avversari. Le divinità non sono benevole nè malevole ma seguono il corso della casualità. Per nuotare contro la corrente del caso bisogna essere ridicolarmente forti.

Guts ne sa qualcosa. Sin da bambino ha dovuto impugnare la spada (due volte più grossa di lui) per sopravvivere. Guts è nato dal cadavere di sua madre; si potrebbe dire che lui sia il figlio della Morte stessa. La vita è sofferenza e cambiare la propria vita porta ancora più sofferenza. Per questo Guts deve spingersi ai suoi limiti per andare contro il volere degli dei, sopravvivere e raggiungere la pace.
Il viaggio di Guts è profondamente umano ed è un qualcosa che la grande maggioranza delle persone deve affrontare. Anche io mi sto imbarcando in un viaggio nell’oscurità dal quale non potrei fare ritorno… o, per farla meno tragica, il me stesso del passato non potrebbe più fare ritorno. La sopravvivenza e il prevalere nei confronti della vita richiedono una grande abilità e, il mio compito, è quello di acquisire suddette abilità.
Questa è la routine che seguo da ormai quattro giorni.
- Sveglia alle 08:00
- Corsa più allenamento a corpo libero (tra poco ritornerò in palestra)
- Colazione
- Scrivere tra le 500 e le 1000 pagine del mio romanzo
- Lavoro (paragonabile alla stanza dello spirito e del tempo di DragonBall… un minuto lì equivale a un’ora nella vita reale)
- Pranzo
- Lettura
- Blog
- Invio candidature
- Lavoro
- Viaggio per tornare a casa
- Aggiornamento del mio diario
- Dormire
Probabilmente Guts riderebbe della mia routine ma per il momento è ciò che riesco a fare.

Devo dire la verità: credevo che seguire religiosamente una routine avrebbe aiutato il mio umore considerato che sto facendo ognuna di queste cose per migliorare la qualità della mia vita ma sento solo un senso di vuoto e stanchezza. Mi chiedo se anche Guts si sia sentito così.
La risposta è nel manga ed è ‘si’.
Guts non sa neanche la direzione in cui va la sua vita ma va avanti e lo fa senza porsi troppe domande. Ha un obiettivo da raggiungere e non si farà mai scoraggiare neanche dall’essenza stessa del male. Immagino che per il momento anche io abbia l’unica opzione di andare avanti. Posso solo fare ciò che ritengo sia giusto, perseguire il mio obiettivo impreciso e avere la speranza (o la stupidità) di credere che potrò anche io nuotare contro la corrente della casualità.